Somatica: la via del sentire

 “La mente è solo una piccola parte di noi, 
e il corpo ricorda ciò che la mente
finge di dimenticare”.
— Bessel van der Kolk

Ridare voce al corpo: dalle tecniche al sentire

La parola somatico oggi è diventata di uso comune.
Spesso viene usata semplicemente come sinonimo di “corporeo”, oppure associata a pratiche di respiro, grounding, rilassamento o ancora ad esercizi legati al nervo vago.
In questa modalità, però, il corpo rimane ancora inteso soprattutto come un oggetto da calmare, regolare, gestire.

Così, senza volerlo, finiamo per svuotare la parola somatico del suo nucleo più prezioso e originario.

Nella sua radice, infatti, somatico rimanda al soma: il corpo vissuto dall’interno, come soggetto e processo vivente.
Ed è qui che si apre tutta la ricchezza della somatica: non un insieme di esercizi “per il corpo”, ma un invito ad ascoltare il corpo come radice di coscienza e memoria incarnata, dove l’esercizio è un ponte di dialogo, non uno strumento di controllo.

La somatica è un invito ad abitare il sentire come via: un percorso evolutivo, relazionale e — per molti — anche spirituale, che riconosce nel corpo non un oggetto da aggiustare, ma la radice e la bussola del nostro Sé autentico e del nostro essere nel mondo.

Un invito a riscoprire il corpo come luogo di appartenenza e mistero: il punto in cui la nostra esperienza individuale si intreccia con quella collettiva e con il ritmo più grande della vita.

Per questo è importante chiarire che cosa intendiamo con “somatica”: da dove nasce, come si è sviluppata, quale visione del corpo custodisce.

“Il soma non è il corpo, e non è la mente; è il processo vivente.”
– Thomas Hanna

Somatica: radici e sviluppi

Il termine Somatica fu introdotto da Thomas Hanna negli anni ’70 per dare un nome a tutte quelle pratiche che mettono al centro l’esperienza vissuta del corpo come soggetto — in contrasto con la visione più diffusa del corpo come macchina, come oggetto.

Da allora il campo si è sviluppato in molte direzioni:

  • educative: Feldenkrais, Alexander, Body-Mind Centering,
  • terapeutiche: Somatic Experiencing (Levine), Hakomi (Kurtz), Biodinamica Craniosacrale (Sills, Shea), lavoro pre- e perinatale (Castellino),
  • espressive e di ricerca sul corpo-coscienza: Continuum, danza contemporanea, arti performative, arti marziali interne,
  • neuroscientifiche: Siegel, Porges, Dana.

Ognuna con i propri linguaggi e metodi, tutte condividono una stessa visione: il corpo come memoria vivente, saggezza e capacità di auto-organizzazione.

E, per molti approcci, anche come luogo di esperienza spirituale incarnata.

“Il corpo è il nostro primo ambiente.
È il medium attraverso cui conosciamo la terra.”
– Andrea Olsen –

Il corpo che ricorda e guida 

Il corpo non dimentica. Custodisce ricordi passati, risposte interrotte, esperienze mai completate, ma anche la traccia della nostra salute originaria, del nostro pieno potenziale e della connessione con la Vita.

Da un lato, gli approcci educativi aiutano il corpo a ritrovare fluidità, consapevolezza e benessere funzionale.
Dall’altro, quelli terapeutici aprono lo spazio per incontrare e trasformare il materiale traumatico e le memorie implicite.

Chi pratica tecniche di autoregolazione sperimenta spesso sollievo immediato: il respiro che si allunga, il cuore che rallenta, la mente che si calma. E questo è già trasformativo in sé.
Ma a volte il corpo chiede altro: profondità, ascolto, spazio per esprimere ciò che è rimasto sospeso.

Ecco perché è prezioso conoscere le diverse possibilità della somatica: dal migliorare il funzionamento quotidiano, al sostenere processi di trasformazione più profondi.

“Il corpo non è mai un oggetto: è il nostro modo di essere al mondo, la condizione stessa della coscienza.”
– Umberto Galimberti –

Quando il corpo chiede maggiore verità

Ci sono momenti in cui il corpo non si accontenta più di calmarsi o funzionare meglio.
Chiede maggiore verità: lo fa attraverso sintomi, sensazioni, consapevolezze che si fanno strada.
È allora che la somatica mostra tutta la sua ampiezza: non si ferma all’educazione del movimento o alla regolazione del sistema nervoso.
Esistono approcci che accompagnano l’incontro con il trauma e con le memorie incarnate, perché sanno che solo attraversandole il corpo può davvero integrarle.

Quando una persona incontra disagio, senza questa consapevolezza potrebbe pensare di dover “praticare di più” o “regolarsi meglio”.
La verità è che la prospettiva somatica ci ricorda che c’è un tempo per “calmarsi” e un tempo per trasformare — e che la voce del corpo va ascoltata in entrambe le direzioni.

Per le donne questo passaggio è particolarmente rilevante.
La soppressione di sensazioni, bisogni ed emozioni è stata per generazioni una strategia di adattamento, spesso pagata a caro prezzo in termini di salute femminile.
Continuare a fermarsi solo sull’autoregolazione rischia di riprodurre lo stesso schema: imparare a funzionare, ma non a fiorire davvero ed evolvere.

Come sottolinea Gabor Maté, molte malattie croniche nascono dalla soppressione. E come mostra Resmaa Menakem, i corpi portano ferite storiche e collettive che non possono essere semplicemente dissolte e “regolate via” con qualche pratica e respiro profondo. 

Sapere che la somatica comprende tanto percorsi educativi quanto processi terapeutici è ridarle tutto il suo potenziale trasformativo e restituire piena dignità al sentire dei nostri corpi. 

Perché il cuore della somatica è anche politico e rivoluzionario: è il corpo che si libera dai condizionamenti, che ricorda la sua appartenenza alla comunità e alla vita, che rivendica la propria capacità di sentire e trasformare.

“Il corpo, non il cervello pensante, è il luogo in cui viviamo la maggior parte del nostro dolore, piacere e gioia, ed è lì che elaboriamo la maggior parte di ciò che ci accade. È anche il luogo in cui compiamo la maggior parte della nostra guarigione, 
inclusa quella emotiva e psicologica.”
_ Resmaa Menakem-

Le stagioni del processo somatico

In tutte le discipline somatiche, l’aspetto educativo e autoregolativo è il primo passo, ma nei percorsi terapeutici orientati al trauma il processo si muove oltre, attraversando fasi diverse — un po’ come le stagioni del corpo:

  1. Creare un campo relazionale sicuro.
    Sentirsi visti, accolti, rispecchiati. È in questa qualità di presenza — fatta di sguardo, voce, tocco, energia ventro-vagale — che il sistema nervoso trova la possibilità di abbassare la protezione.

  2. Trovare stabilità e risorse.
    Radicarsi, respirare, autoregolarsi. Qui impariamo a contare su appoggi interni ed esterni: risorse corporee, emotive, relazionali. Senza questa fase il terreno resta instabile.

  3. Incontrare la memoria, gli schemi limitanti e il materiale traumatico.
    Non in modo catartico, ma nella fiducia relazionale e a dosi. Con quella che chiamiamo titolazione: entrare nell’onda di esperienza e uscire, toccare e tornare indietro. Così le memorie implicite possono emergere senza travolgere, e il corpo può completare risposte biologiche rimaste sospese o nutrire necessità evolutive ferite.

  4. Integrare e trasformare.
    Ogni nuova esperienza — di connessione, di forza, di libertà — viene lentamente incorporata nell’identità e nelle relazioni. È qui che la guarigione diventa cambiamento reale: non più solo sopravvivenza, ma possibilità di scelta e pienezza.

“Il movimento è ciò che siamo, non qualcosa che facciamo.”
– Emilie Conrad –

Il corpo come via di coraggio e libertà

La somatica non è solo un insieme di tecniche da applicare quando ci sentiamo in difficoltà.
È un atto di onestà e responsabilità: permettere al corpo di esprimere ciò che porta dentro.

Per alcuni significa imparare a respirare meglio, muoversi con più agio, sentire più vitalità nel quotidiano.
Per altri significa attraversare memorie profonde, incontrare il trauma, restituire voce a bisogni e verità dimenticate.

In ogni caso, la somatica è una dimensione ampia che può accogliere tutto di noi e che ci ricorda che il corpo è relazione, appartenenza e mistero.
Che è nostro diritto non solo sopravvivere, ma prosperare, incarnando il potenziale che il nostro corpo non ha mai dimenticato.

Per le donne questo sguardo diventa ancora più urgente, perché i nostri corpi hanno imparato per secoli la soppressione e oggi reclamano pienezza.

È da qui che nasce la Somatica del Femminile: una disciplina che integra dimensione educativa, terapeutica e spirituale, riconoscendo nei corpi delle donne contemporanee — e nella nostra crisi globale — il bisogno di uno sguardo ampio e completo.
Uno sguardo capace di sostenere la salute quotidiana, accompagnare la trasformazione delle memorie profonde e restituire spazio alla relazione con la vita stessa.

Ogni donna porta in sé il potenziale di passare dalla soppressione alla pienezza, di liberare la propria forza vitale e riscrivere la storia del proprio corpo.
Per chi sceglierà questo cammino, la somatica può diventare una via di libertà e coraggio.

Se desideri approfondire questi temi, puoi iscriverti alla mia newsletter per ricevere riflessioni e risorse dedicate, oppure contattare un’operatrice di Somatica del Femminile nella tua zona, per intraprendere un tuo percorso.  

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Riferimenti per approfondire:

  • Dana, D. (2019). La teoria polivagale nella terapia. Prendere parte al ritmo della regolazione. Giovanni Fioriti Editore.
  • Dana, D. (2021). Esercizi polivagali per la sicurezza e la connessione. 50 esercizi centrati sul paziente. Giovanni Fioriti Editore.
  • Kurtz, R. (1990). Body-Centered Psychotherapy: The Hakomi Method. LifeRhythm.
  • Levine, P. A. (1997/2001 ITA). Traumi e shock emotivi – Come uscire dall’incubo di violenze, incidenti e esperienze angosciose. Macro Edizioni.
  • Maté, G. (2003/2019 ITA). Quando il corpo dice no: il costo dello stress invisibile. Il Leone Verde.
  • Menakem, R. (2017). My Grandmother’s Hands. Central Recovery Press.
  • Ndefo, N. (2020). Luminescence Healing.
  • Porges, S. W. (2011). The Polyvagal Theory. Norton.
  • Shea, M. (2007). Biodynamic Craniosacral Therapy. North Atlantic Books.
  • Sills, F. (2001). Craniosacral Biodynamics. North Atlantic Books.
  • Siegel, D. (1999). The Developing Mind. Guilford Press.
  • Galimberti, U. (1983). Il corpo. Feltrinelli

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